martedì 11 novembre 2014

LA SINDROME DELL'IMBUCATO


VIAGGIO AL CENTRO DELLA LAVATRICE (una storia vera)


di Fabrizio Balestra


Saranno le 6 del mattino, quando il mio cane Vento, mi sveglia toccandomi con il naso umido la guancia sinistra.
Apro gli occhi e cerco di capire chi sono e dove mi trovo.
Il mondo si divide in due categorie. Solo due.
Quelli che hanno il risveglio veloce e quelli che hanno il risveglio lento.
Mia moglie, ad esempio, appartiene alla prima categoria. Pare che abbia il tasto d’accensione.
Suona la sveglia.
Apre gli occhi.
TRAC.
In piedi.
Già attiva e pronta ad iniziare la giornata.
Io no.
Io appartengo alla seconda categoria. Quella tragica di chi ha il risveglio lento.
Per me la mattina è dolore. Anzi, Dolore. Con la D maiuscola.
Il mio risveglio sembra quello di Neo quando, all'inizio del film, viene liberato da Matrix.
Mi mancano solo i tubi.
Ad ogni modo mi riprendo come posso e scopro che la bestia mi ha portato quello che resta di una molletta, tutta sbavata e masticata.
L’ha appoggiata sul materasso, a tipo cinque centimetri dalla mia faccia e mi guarda compiaciuto come se mi avesse appena regalato un rolex.
La butto giù con una manata ma lui non ci rimane male.
Mi volto e guardo mia moglie.
E’ bellissima, ma quando dorme sembra che faccia le prove generali della morte.
Pancia in su.
Bocca semi aperta.
Mani giunte sulla pancia.
Manca il rosario.
Le prendo una mano e le sposto delicatamente il braccio lungo il fianco, così mi fa meno impressione.
Guardo l’ora. Sono le 6:15, è domenica e sono bello che sveglio.
Mi alzo silenziosamente per non svegliare soprattutto mia figlia, che dorme placida nel suo lettino.
Ovviamente, non appena espletate le varie funzioni corporali, la prima cosa da fare è dar da mangiare al quadrupede.
E credetemi, non c'è niente di più tremendo dell'odore di crocchette per cani di prima mattina a stomaco vuoto.
A parte quando si cambia il pannolino ad un neonato.
Non so se avete presente quell'inconfondibile odore di yogurt scaduto misto a demoni.
Comunque sia, mi accingo a svolgere l'operazione praticamente in apnea,
quando vengo attirato da uno strano rumore proveniente da dentro il cestello della lavatrice.
Come un lontano vociare.
Mi avvicino incuriosito e chinandomi, apro lo sportellino. Il vociare aumenta.
La cosa mi sbalordisce e sto quasi per infilare la testa dentro per ascoltare meglio,
quando all'improvviso vengo risucchiato all'interno della lavatrice!

Succede tutto talmente in fretta che non ho neanche il tempo di gridare aiuto.
In me che non si dica, mi ritrovo sputato sul pavimento di una cucina che non conosco.
Sono sconvolto.
E' un ambiente di dimensioni ridotte. Tutto è piccolo.
Mobili piccoli. Piano cottura piccolo. Frigorifero piccolo.
In mezzo alla stanza c'è un piccolo tavolo rettangolare e intorno ad esso,
seduti su quattro piccole sedie, ci sono quattro topi in pigiama che fanno colazione.
“Porca miseria, si è di nuovo rotta la lavatrice!” Esordisce uno dei ratti.
“Che palle!” Gli fa eco un secondo.
“M-Ma voi s-siete tt-topi..?!?”
“Ma davvero?” mi risponde un terzo “Che perspicacia! Da dove vieni tu, devi essere considerato un luminare.”
E scoppiano a ridere tutti e quattro.
“Ma che cacchio ridete!” protesto “Chi siete?! Dove mi trovo?!”
“Calma calma. Non ti agitare, amico. Sono cose che capitano.” risponde uno dei topi accendendosi una sigaretta.
“Comunque non c'è problema, dopo chiamiamo il tecnico e facciamo aggiustare tutto.” e detto questo, espira una gran boccata di fumo.
Osservo quella nuvola salire in aria come inebetito e quasi non mi accorgo che uno di loro mi rivolge una domanda.
“ ..pito cosa ho detto?”
“…eehh??”
“Ti ho chiesto come ti chiami?”
“Ah, ehm... Fa-Fabrizio... Fabrizio Balestra.”
“Oilà! Troppo lungo!” protesta uno.
“Ma certo, ce ne va uno più corto!” Gli fanno eco gli altri tre in coro.
Si allontanano di qualche passo ed iniziano a confabulare tra di loro animatamente.
Li guardo esterrefatto mentre se la ghignano alle mie spalle. E' tutto pazzesco. Quattro topi parlanti, alti pressappoco un metro.
Ognuno ha indosso un pigiama a righe di colore differente. Uno rosso, uno azzurro, uno verde e uno arancione.
Dopo un po' ritornano.
“Abbiamo risolto.”
“che cosa?” - chiedo.
“Ti abbiamo trovato il nome!”
“Ti chiameremo il Balester!” incalza il topo dal pigiama verde. E giù a ridere.
“Non se ne parla neanche!”
“Dai dai, su! Poche storie! Il Balester va benissimo.” Tagliano corto.
“A proposito di nomi, io mi chiamo Peppiniello.”
“Io mi chiamo Caterino.”
“Io mi chiamo Sentimento.”
“E io mi chiamo Freschezza.”
“Scusate, io sto sognando, vero?” Chiedo.
“Dai su, vieni a fare colazione con noi.” dice il topo dal pigiama arancione, Caterino, e prendendomi per mano, mi fa sedere su una sediolina di legno.
“Abbiamo un sacco di marmellate buonissime!”
“Noi andiamo pazzi per la marmellata.” mi informa Sentimento “Ne abbiamo di ogni tipo. Marmellata di albicocche, marmellata di acciughe...”
“Assaggia questa marmellata di merluzzo, Balester.” interviene Freschezza spalmandola su una grossa fetta biscottata “E' una delizia!”
“No no, per carita!” rifiuto deciso.
Si ammutoliscono improvvisamente e mi guardano sorpresi. Al che mi preoccupo, non vorrei aver detto qualcosa di sbagliato.
Corro ai ripari.
“n-naturalmente, voi fate benissimo a mangiarla.” preciso “Io ho gusti difficili sapete, soffro di ernia iatale e certe prelibatezze non posso proprio mangiarle.”
“Oh, povero...” si rammarica Peppiniello.
“Davvero una disdetta.” Gli fa eco Sentimento.
“Che cosa ti possiamo offrire, allora?” Chiede Caterino.
“Non so, anche una semplice marmellata di albicocche.”
“Benissimo!” esulta Freschezza “abbiamo dell'ottima marmellata di albicocche e vongole!”
“Non si potrebbe avere solo di albicocche?” Chiedo terrorizzato.
“Non scherzare, così mi mortifichi la vongola!” ribatte Sentimento “Con l'albicocca è la morte sua!”
Anche la mia, penso.
In un secondo la fetta biscottata con marmellata di albicocche e vongole è pronta.
Non posso certo rifiutare. Potrebbero restarci male, o peggio diventare ostili.
I quattro topi mi osservano attenti e serissimi. Mi mettono quasi soggezione.
In un silenzio sacrale, mi faccio coraggio e tiro un morso.
Non posso crederci! E' squisito!
“Allora, com'è?” chiede Caterino sorridendo e mettendo in mostra i suoi enormi dentoni con la finestrella davanti.
“Eccezionale!” Rispondo io.
“EVVAI!!!!!” Urlano tutti festanti.
“Che contentezza” Esulta Peppiniello “In questi tre giorni ne mangerai quanta ne vorrai!”
“Aspetta un attimo! Hai detto tre giorni?”
“Sì.”
“Mi avete detto che avreste chiamato subito un tecnico, per sistemare le cose. Ragazzi non scherziamo, io devo tornare a casa!”
“A parte che non abbiamo mai detto subito e poi oggi è domenica. Il tecnico non lavora.”
“Ma domani è lunedì. Domani c'è! Vero?” Chiedo implorante.
“Ma quando mai! Da noi la domenica dura tre giorni! Da voi quanto dura?”
“Dura un giorno! Quanto dovrebbe durare?”
“AH AH! Siete degli sfigati!” e giù tutti e quattro a ridere.
“Voi non capite... io devo tornare a casa dalla mia famiglia. Mia moglie si preoccuperà da morire.”
"calma calma... vediamo cosa si può fare."
Il topo dal pigiama rosso, Peppiniello, va al telefono e compone un numero interminabile. 7482965114372589...2.
"Pronto, parlo con Mastro Ciriola? Ah, bene, sente sono il signor Peppiniello di Vico Peloso 11, mi spiace disturbarla di domenica, ma abbiamo un problema con la lavatrice... di nuovo...sì...sì... lo so, non lo dica a me, una vera seccatura... mah, un tipo alto, col nasone... niente di che... eh, lo so... mai che salti fuori una bella topolona AH AH AH AH!!!!... Grazie, grazie, lei è molto gentile... ci vediamo dopo."
"Ha detto che sta arrivando".
"Scusate, ho sentito bene? E' già successo altre volte che qualcuno venisse risucchiato dalla vostra lavatrice?"
"Certo che sì! E' successo altre tre volte." mi risponde Freschezza.
"Le prime due volte era ancora in garanzia. Purtroppo succede con i vecchi elettrodomestici."
"Ed è pure una buona marca. E' una Rattiston. Ma quando hai la sfiga di beccare il modello difettoso, c'è poco da fare."
DLIN DLON !!!
"Eccolo, è già arrivato." Fa Caterino.
Sentimento si precipita ad aprire ed ecco entrare un topo barbuto, distinto, indossa un elegantissimo abito blu scuro con cravatta regimental e porta con se una valigetta di pelle marrone.
Dopo aver salutato cordialmente i quattro topi, senza degnarmi neanche di uno sguardo, si dirige sicuro in cucina.
Apre la valigetta, tira fuori un camice bianco ed un stetoscopio e dopo averli indossati inizia a "visitare" la lavatrice.
"Ma è un tecnico o un medico?" chiedo a Freschezza, vicino a me.
"sstth! Silenzio!" ci riprende lo strano dottore.
Dopo aver trafficato per circa dieci minuti con strani aggeggi, simili per la verità ad attrezzi da cucina, il topo si avvicina a me ed inizia ad auscultarmi con lo stetoscopio.
"Dica rabarbaro."
"Rabarbaro? Ma non si dice 33?" chiedo io
"Aaah, ma allora qui abbiamo un collega! Un professorone!!!" sbotta risentito "E' mi dica Professore, dove ha conseguito la laurea in Lavatricelogia?
Alla Facoltà di scienze del risciacquo dell'università di Emmental!!!"
"N-no... mi scusi.. era solo per..."
"Senti furbetto, non ti permettere più di interrompermi e sbrigati a dire rabarbaro, che non ho tempo da perdere! Poffarbacco!".
"r-rabarbaro"
"Bene. Adesso allunga le braccia in avanti e tira su il piede destro."
"Bene. Adesso fischietta un motivetto orecchiabile mentre batti le mani a tempo."
"Bene. Sembra tutto a posto. Dovrebbe sopravvivere al vaggio di ritorno.
"Come dovrebbe?"
"Su via, ragazzo, una certa percentuale d'insuccesso non posso escluderla!"
"Bene, qua ho finito. Vi farò mandare via mail la parcella dalla mia segretaria."
E dopo aver salutato, se ne va da dove era venuto.
"Tutto è bene quel che finisce bene. Puoi tornare a casa." Dice Peppiniello mentre mi stringe la mano.
"Fai buon viaggio, mi raccomando." Mi saluta Freschezza.
Guardo ancora una volta quegli strani e simpatici topi e ancora mi domando se dormo o sono realmente sveglio.
"Aspetta Balester!" E' Sentimento, che corre verso di me. Nella mano destra ha un foglietto piegato. "prendi questo" e me lo infila nella tasca del pigiama.
"Che cos'è?" Chiedo sorpreso.
"Non c'è tempo, lo vedrai." e mi abbraccia forte.
"Mi avvicino alla lavatrice e mi chino verso l'apertura del cestello. Vengo immediatamente risucchiato.



Saranno le 6 del mattino, quando il mio cane Vento, mi sveglia toccandomi con il naso umido la guancia sinistra.
Apro gli occhi e cerco di capire chi sono e dove mi trovo.
Scopro che la bestia mi ha portato quello che resta di una molletta, tutta sbavata e masticata.
L’ha appoggiata sul materasso, e mi guarda tutto contento.
Ad un tratto mi tornano in mente i topi e il mio viaggio nella lavatrice.
Mi siedo sul letto così bruscamente che finisco con lo svegliare mia moglie.
"Che c'è!" Mi chiede con la voce impastata dal sonno.
"niente niente" le rispondo "ho fatto un sogno assurdo".
Guardo l'ora. Sono le 06:15, è domenica e sono bello che sveglio.
Tanto vale alzarsi.
Vado in cucina, prendo il pacco delle crocchette del cane.
Guardo la lavatrice e sorrido.
Che sogno assurdo.
Mi blocco. Infilo la mano nella tasca del mio pigiama e quello che trovo mi fa fermare il cuore per un secondo.
Non è possibile!
E' un piccolo foglietto.
Lo apro con le mani tutte tremanti.
Leggo.

Ricetta:
Marmellata di albicocche e vongole:
1 kg di albicocche denocciolate
1 kg di zucchero
750 gr di vongole veraci
370 ml di acqua.

FINE.